Per poter bruciare il più alto numero di calorie al giorno è necessario velocizzare il metabolismo per ottenere risultati eccellenti da una dieta. Un modo per accelerare il metabolismo è fare pasti piccoli e frequenti pasti più o meno ogni 3 ore di veglia. Saltare anche solo un pasto causerà un danno al metabolismo.

Fare solo 1 o 2 pasti al giorno è DELETERIO per il metabolismo.

Direi  proprio di si!!! … Anche consumando i classici 3 pasti si possono ottenere discreti risultati, ma non dureranno a lungo, soprattutto se si ha una costituzione che tende ad accumulare grasso più facilmente rispetto alla media.

Farne 3, bilanciando bene i nutrienti e associando un buon allenamento permetterà di ottenere buoni risultati, ma sarà un successo dimezzato rispetto a quello che potresti ottenere con 5 pasti al giorno e molto probabilmente ci vorrà il doppio del tempo per raggiungerlo.

Con 5 pasti al giorno certe persone dovrebbero mangiare più cibo di quanto abbiano mai fatto. Ciò potrebbe indurre nell’errore che facendo 5 pasti invece che 3 potrebbe far ingrassare. Ma in realtà farlo, accelera il naturale ritmo di combustione calorica.

Saltare i pasti causa invece un rallentamento del metabolismo, la perdita di massa muscolare e l’innesco della “modalità accumulo“. Mangiare di frequente può consentire di consumare fino al 50% in più delle calorie senza immagazzinare un solo grammo di grasso (se tutto viene bilanciato a dovere.

Ecco 7 MOTIVI per cui fare pasti frequenti, di qualità e nelle giuste quantità, aiuterà  il tuo corpo a diventare una MACCHINA BRUCIA CALORIE:

  1. Effetto termico del  cibo: la digestione, come ogni altra funzione del corpo, consuma energia.Alcune delle calorie contenute nei cibi che ingeriamo vengono bruciate per la loro stessa digestione.Perciò la quantità di calorie assorbite è in realtà inferiore a quella contenuta nei cibi.Questo fenomeno è detto “termogenesi indotta dalla dieta” o “effetto termico del cibo”.L’effetto termico raggiunge il picco circa un’ora dopo il pasto e inizia a diminuire circa tre ore dopo che il pasto è stato completamente digerito.Per alcuni cibi si parla addirittura di “calorie negative” in quanto hanno un elevato effetto termico e una bassa densità calorica.
  2. È quasi IMPOSSIBILE per questi cibi essere immagazzinati come grassi in quanto la maggior parte delle calorie che contengono vengono bruciate per la loro stessa digestione. Un esempio di cibo a calore negative è la lattuga o gli asparagi.

    Se l’obiettivo è perdere grasso, la dieta deve contenere molti cibi con alto effetto termico, includendo vegetali fibrosi e proteine magre.

    Non è possibile diventare grassi mangiando queste due cose. Le proteine magre, come quelle del petto di pollo, del pesce e degli albumi hanno il più elevato effetto termico fra i cibi.

    Le proteine magre sono degli stimolatori metabolici. La grandezza dell’effetto termico nei cibi può variare dal 3% al 30% e i cibi proteici generano un effetto termico fino al 30% sulle calorie totali di un pasto.

    I carboidrati naturali amidacei e quelli fibrosi sono vicini al 20% circa, mentre grassi e carboidrati raffinati hanno un effetto termico davvero basso (i grassi solo il 3%).

    Quindi, mangiare ogni tre ore equivale ad avere un alto effetto termico e metabolismo veloce; Mentre saltare i pasti equivale a non avere nessun effetto termico e un metabolismo lento.

  3. Pasti frequenti prevengono le abbuffate e consentono di controllare i desiderati sfrenati di cibo: mangiando 5 pasti ci si sentirà sempre sazi e soddisfatti e raramente subentrerà la fame perché il momento del pasto successivo arriva in poco tempo.Le diete che tendono ad affamare prima o poi diventano insostenibili e si finirà per cedere al desiderio irrefrenabile di abbuffarsi.Quando la glicemia precipita dopo lunghi lassi di tempo senza cibo, è quasi impossibile controllare il richiamo della fame generato dagli ormoni e si diventa voraci spazzando via ogni cosa ci si trovi davanti. Un abitudine del genere, se prolungata, può portare al diabete di tipo 2, nei soggetti geneticamente predisposti.
  4. Pasti frequenti aiutano a tenere alti livelli di energia attraverso la regolazione della glicemia e dei livelli di insulina: con questo stile alimentare le energie dovrebbero aumentare e la composizione corporea cambierà con una lenta progressione, ma ci si sentirà da subito più energici che mai, durante tutto il giorno e durante gli allenamenti.
  5. Pasti frequenti sono anabolici:  ciò significa che aiutano a promuovere la crescita muscolare regolando i livelli di insulina e fornendo un flusso costante di aminoacidi alle cellule muscolari.Gli alti livelli di insulina che seguono il consumo di carboidrati raffinati sono indesiderabili, mentre un moderato e costante rilascio di insulina è necessario per la crescita del muscolo e la formazione del glicogeno.L’insulina è un potente ormone anabolico perché stimola il trasporto del glucosio e degli aminoacidi nelle cellule muscolari dove viene usato per il recupero e la crescita del muscolo. Mangiare pasti medio-piccoli e contenenti proteine ogni 2 – 3 ore, fornisce un flusso costante di aminoacidi nel torrente circolatorio.Mangiando carboidrati complessi con proteine ogni 3 ore si verifica infatti un rilascio moderato di insulina che consegna gli aminoacidi alle cellule muscolari.
  6. Pasti frequenti sono anti catabolici: aiutano a promuovere la crescita muscolare evitando la disgregazione muscolare (si promuove un equilibrio positivo di azoto): la crescita muscolare non è solo questione di costruzione del muscolo ma anche di prevenzione della sua disgregazione.Quando si saltano i pasti, il bisogno di aminoacidi da parte del corpo non si interrompe.Spezzando l’approviggionamento continuo di aminoacidi derivanti dai cibi proteici, il corpo li va a prelevare da un’altra fonte, ovvero dalla sua stessa massa muscolare.Si entra in uno stato catabolico quando ci si sottoalimenta o si saltano pasti eSI CONSUMA IL MUSCOLO.Il corpo non ha modo di immagazzinare le proteine e gli aminoacidi derivanti dalla dieta restano nel torrente circolatorio per circa 3 ore dopo ogni pasto, successivamente si entra in uno stato detto di equilibrio negativo di azoto, che porta a consumare il muscolo.
  7. Mangiare spesso promuove un migliore utilizzo dei nutrienti:  vitamine, minerali e tutti gli altri micro e macronutrienti in tal modo vengono bilanciati in tutto l’arco della giornata, senza affamare di micronutrienti le cellule in alcuni periodi della tua giornata.
  8. Mangiare piccoli pasti di frequente riduce l’accumulo di grassi attraverso il controllo delle porzioni: un eccesso calorico in un singolo pasto sarà sempre convertito in grasso corporeo.Il cibo viene digerito e i nutrienti sono indirizzati verso le cellule che richiedono immediata energia.Una volta soddisfatto il fabbisogno energetico delle cellule, le calorie in eccesso possono essere immagazzinate sottoforma di glicogeno nel muscolo e nel fegato.Tuttavia, il corpo non può immagazzinare più di una certa quantità di glicogeno e quando questa viene raggiunta, ogni altro caloria è immagazzinata sottoforma di grasso corporeo.
Biologo Nutrizionista - Cagliari e Elmas
Dott. Alberto Steriti 
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Ecco 6 step con cui puoi evitare che il corpo entri in modalità accumulo e smetta di perdere peso.

1) La prima cosa da fare è determinare il proprio fabbisogno calorico minimo giornaliero e mai scendere sotto.

Quando si segue una dieta è fondamentale determinare il proprio fabbisogno calorico minimo (basale) e mai scendere sotto.

MAI. Troppo spesso mi capita di vedere diete con un livello calorico molto, troppo basso, addirittura fortemente al di sotto del metabolismo basale.

Ciò causa l’Innesco della modalità accumulo (vedi l’articolo sulle diete fortemente ipocaloriche)..

Per essere sicuri di non precipitare nella modalità accumulo bisogna poter determinare la quantità minima di calorie che si possono assumere senza causare il rallentamento del metabolismo e quindi considerare questo come il limite sotto cui non scendere.

2) Creare contenuti deficit calorici.

Per perdere grasso bisogna sicuramente creare un piccolo deficit calorico.

Ma l’approccio corretto è diminuire di poco l’assunzione di calorie sfruttando il segnale metabolico che certi cibi inviano al cervello per permettere al corpo di bruciare grasso.

Le più comuni linee guida suggeriscono di ridurre l’apporto calorico di 500-1000 calorie al giorno rispetto al proprio livello calorico di mantenimento.

Un deficit di 500 calorie al giorno significa creare un deficit settimanale di 3500 calorie, che è il numero di calorie contenute in circa mezzo chilo di grasso.

Quindi in teoria questo permetterebbe di perdere circa mezzo chilo di grasso corporeo a settimana. Con un deficit di 1000 calorie/die si dovrebbe perdere invece circa 1 kg a settimana.

In REALTÀ, la perdita di grasso non segue esattamente questo principio e si suggerisce di ridurre l’apporto calorico di 500-750 calorie/die al massimo, rispetto al livello di mantenimento. Il resto si può raggiungere con un po’ di attività fisica. Con questa strategia si ottiene il massimo risultato nella perdita di grasso.

Nel mio lavoro però io preferisco utilizzare il metodo della percentuale che secondo la mia esperienza risulta più CORRETTO e SICURO. Permettendomi di personalizzare meglio il deficit evitando il rischio di ridurre eccessivamente l’apporto calorico e di finire nella modalità accumulo.

Per iniziare si dovrebbe ridurre del 15-20% l’apporto di calorie. Questo è un giusto deficit calorico che permette di bruciare il grasso e conservare la massa magra (vedi punto 3).

Se ci si spinge sopra il 20% si rischia di perdere muscolo e rallentare il metabolismo. Se si effettua un deficit così elevato è opportuno e saggio utilizzare la strategia dei cicli, cioè aumentare l’apporto calorico a intervalli regolari in modo da ingannare l’organismo.

In linea di massima bisogna sempre iniziare con un piccolo deficit e diminuire le calorie in modo progressivo fino al proprio massimo deficit piuttosto che arrivarci in un unico step.

Abbiamo visto che diete che creano un grande deficit calorico causano perdita di muscolo e innescano la modalità accumulo. Quindi è meglio bruciare un minimo di calorie con l’esercizio anziché ridurre eccessivamente le calorie tramite il cibo.

Paradossalmente il MIGLIOR APPROCCIO per perdere grasso è mangiare di più, in determinati periodi della giornata, permettendo al corpo di produrre tanta Leptina (che segnala al corpo di accelerare il metabolismo) scegliendo i cibi giusti e fare un minimo di esercizio (aerobico ed anaerobico) che ci permetta di bruciare il grasso in eccesso senza rallentare il metabolismo.

Ecco i vantaggi di questa formula:

  • Si velocizza il metabolismo
  • Si crea il deficit calorico senza innescare la modalità accumulo
  • È un’abitudine salutare mentre seguire diete rigide e ipocaloriche può essere dannoso e ti fa riprendere il peso
  • Sollevare pesi segnala o fare dell’esercizio aerobico al corpo di mantenere la muscolatura e di non bruciarla per ricavarne energia
  • Si incrementa l’attività degli enzimi e degli ormoni che stimolano la combustione dei grassi
  • Si incrementa la sensibilità delle cellule all’insulina così che i carboidrati vengano bruciati per ricavarne energia e immagazzinati come glicogeno piuttosto che come grasso corporeo

3) Costruire e mantenere la muscolatura.

Essendo il muscolo un tessuto metabolicamente attivo che aiuta a bruciare calorie anche a riposo, mentre dormi,o mentre guardi la TV, è indispensabile COSTRUIRLO e CONSERVARLO per trasformarti in una macchina brucia grassi.

Più muscolo = più calorie bruciate.

4) Mangiare più frequentemente e mai saltare i pasti.

Il corpo interpreta i pasti saltati come condizione di SOTTOALIMENTAZIONE e tende quindi a rallentare il metabolismo e a immagazzinare riserve di grasso.

Per evitarlo sarebbe corretto mangiare ogni 3 ore, anche piccoli spuntini.

Così facendo ci si abitua a mangiare più di quanto non si sia mai fatto evitando così la fame e la modalità accumulo.

Inoltre se il corpo non riceve cibo per più di 3 ore o 3 ore e mezzo, inizia ad intaccare la massa muscolare. Questo segnale di “cannibalismo” viene interretto da spuntini frequenti.

5) Mai stare in deficit calorico per troppo tempo.

Quando nonostante un sostanziale deficit calorico non si osserva più perdita di peso perché si è raggiunto un PLATEAU, in genere si tende ad aumentare il deficit, abbassando ancora le calorie giornaliere. Seppur a volte possa funzionare per rompere il plateau, più spesso causa un ulteriore “IMPIGRIMENTO” del metabolismo.

La cosa migliore invece sarebbe aumentare le calorie per un paio di giorni o anche per un paio di settimane. I meccanismi di regolazione del peso del nostro corpo funzionano diminuendo il tasso di spesa energetica in presenza di un deficit calorico o aumentandolo in caso si un surplus calorico(naturalmente bisogna agire sull periodo della giornata migliore, solo in questo caso si aumenta il tasso metabolico).

Un temporaneo incremento delle calorie quando si raggiunge il plateau darà un SEGANLE all’organismo che non si trova più in condizione di sottoalimentazione e che può quindi riprendere a bruciare calorie.

Questa è la strategia a cicli che a volte utilizzo con i miei pazienti in casi specifici.

Maggiore è il decremento di calorie sostenuto e più risulta essere importante alternare periodicamente giorni “iper e ipo calorici”. Naturalmente il tutto verrà valutato caso per caso in base ai risultati ottenuti.

6) Perdere peso lentamente. Porsi come obiettivo da mezzo chilo ad 1 chilo alla settimana.

Non farsi prendere dalla fretta. Il modo migliore per perdere grasso PERMANENTEMENTE, senza perdere muscolo, è perdere peso lentamente, evitando tagli netti di calorie.

L’obiettivo è massimo 1 chilo/settimana. Questo è riconosciuto dalle linee guida come standard per una perdita di peso sicura.

Quando si perde più di 1 kg quasi sempre si sta perdendo anche muscolatura, a meno che non ci sia una grandissima quantità di peso da perdere.

Ma per la maggior parte delle persone, perdere più di 1 kg alla settimana significa che dovrebbe mangiare di più (perché sta perdendo muscolo), piuttosto che mangiare di meno.

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L’errore della maggior parte delle DIETE IPOCALORICHE è che sotto alimentandosi è vero che si “consuma” del grasso, ma lo stesso accade anche al muscolo. Perdere muscolatura non è mai un bene,  vuol dire rallentare il proprio metabolismo e far entrare il proprio corpo in modalità ”accumulo”.

Cosa vuol dire perdere Peso?

Aver perso peso in realtà non significa aver perso del  grasso con certezza, soprattutto se si perde peso in modo rapido e non corretto. Il tuo obiettivo non dovrebbe mai essere perdere peso ma perdere grasso, punto e basta.

Prima di pesarti potresti bere due bicchieroni d’acqua e pesare 600 grammi in più.  Sei ingrassato? NO. Hai preso peso? SI.  Ma aver preso peso non vuol dire aver messo su del grasso, così come aver perso peso non significa aver perso grasso con certezza. Detto questo proseguiamo.

Ma quanto è raccomandabile perdere in realtà? 

Le linee guida raccomandano di perdere dal mezzo chilo ad 1 chilo di massa grassa per settimana. È possibile perderne anche di più ma in questo caso i chili persi in più saranno normalmente rappresentati da acqua e muscolatura, con un rallentamento del metabolismo e l’innesco della modalità “accumulo”.

Il  nostro organismo è INTELLIGENTE

Si accorge infatti della carenza di cibo e decrementa la spesa energetica per proteggersi. Durante i periodi di sottoalimentazione, inizia a nutrirsi di se stesso, bruciando le riserve di grasso, la muscolatura e gli organi interni per soddisfare il bisogno energetico.

In modalità accumulo il corpo si predispone ormonalmente a rallentare la perdita di grasso e ad accumulare più calorie sotto forma di massa grassa. 

Quando ciò accade, la perdita di grasso si arresta bruscamente. Perché accade ciò?  Perché il corpo cerca di conservare energie sentendosi affamato.

A questo punto non perdendo più peso le persone possono scoraggiarsi e abbandonare la dieta, riacquistando il grasso perso, oppure diminuire erroneamente ancora di più l’apporto calorico con un ulteriore rallentamento del metabolismo e ulteriore arresto della perdita di grasso.

Le Diete rigide che prevedono una severa riduzione dell’apporto calorico sono sempre controproducenti.

Si perde peso, almeno all’inizio, ma nel 95% delle diete, poi segue un nuovo aumento, e il peso che si è perso è comunque rappresentato soprattutto da muscolatura persa e non da grasso.   

Continua a leggere la seconda parte

MA cosa RISCHI con le Diete fortemente ipocaloriche?

Un rallentamento del metabolismo di almeno il 20-30%. Quando mangi meno bruci di meno, quando mangi di più bruci di più. Dopo un lungo periodo di dieta ipocalorica puoi mangiare ancora meno e non perdere comunque peso.

Una perdita di muscolatura. Innescato l’allarme dalla “modalità accumulo”, il corpo cerca il modo di conservare energia.Il muscolo è un tessuto metabolicamente attivo, che consuma molta energia, ed ecco perché il corpo cerca di liberarsene CONSUMANDOLO per ottenerne energia attraverso il processo della gluconeogenesi, cioè convertendo il muscolo (scheletrico e anche cardiaco) in glucosio.

II peso perso a una causa di diete ipocaloriche non accompagnate da esercizio fisico può derivare per il 40-50% dalla perdita di massa magra. Ma l’effetto è evidente anche in presenza di esercizio fisico.

Una maggiore attività di ormoni ed enzimi che stimolano l’accumulo di grasso e una minore attività di quelli che ne stimolano il consumo. Il principale enzima responsabile dell’accumulo di grasso è la Lipoproteina Lipasi (LPL), che in forte carenza di calorie viene prodotta in maggiore quantità per immagazzinare più grassi. Al contrario sono rilasciati meno ormoni utili a bruciare il grasso.

Un minore rilascio di ormoni da parte della tiroide. La tiroide è una ghiandola che regola il ritmo metabolico basale (il consumo calorico a riposo). Il minore apporto calorico inibisce il rilascio dell’ormone tiroideo (T3) con conseguente rallentamento del metabolismo e la diminuzione del consumo di calorie.

Un maggiore appetito e più chance di riprendere peso. All’inizio quasi tutti perdono peso con le diete fortemente ipocaloriche, ma in seguito quando raggiungi un “plateau” (il punto in cui il corpo non risponde più allo stesso modo ad uno stimolo), l’organismo inizia a conservare energia e a bruciare pochissimo anche se le calorie assunte sono estremamente basse.

È un meccanismo di protezione. Subentra inoltre la frustrazione per i mancati risultati e un senso di fame lancinante che porta la persona ad abbandonare la dieta. Si rinizia a mangiare normalmente e si riprende il grasso perso e anche di più con gli interessi.

Meno energia e capacità di lavorare. Poche calorie = senso di stanchezza, sonnolenza, incapacità di reggere alti livelli di attività e intensi allenamenti, nervosismo

Scarica gratuitamente il Report “I segreti delle diete sveati”
che trovi nella pagina inizale del sito.

Mi capita spesso di leggere annunci del genere che ormai anche con la diffusione di internet e della pubblicità online sono all’ordine del giorno. E posso capire il perché;
È un messaggio molto allettante che gioca sull’inconscio delle persone che vorrebbero ottenere un risultato voluto, nel minor tempo possibile e con il minor sforzo.

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

È possibile perdere 10 chili in 10 giorni?

Si certo è possibile se teniamo conto solo del numeretto che vediamo scritto sulla bilancia.  Ma cambiamo la domanda ora.

È possibile perdere 10 chili di grasso in soli 10 giorni ?

LA RISPOSTA A QUESTA DOMANDA È NO ASSOLUTO

è impensabile un risultato del genere.

Infatti non bisognerebbe mai confondere la perdita di peso con la perdita del grasso.

Più velocemente si perderà peso (al di fuori delle possibilità di bruciare del grasso del tuo corpo) più si perderà massa magra e cioè muscolo e liquidi. Ma l’unica cosa che in realtà si dovrebbe perdere quando si perde peso è solo e solamente il GRASSO.

Molto spesso tanti pazienti vengono da me dopo essersi sottoposti a diete che hanno portato ad una forte perdita di muscolo ed acqua e che hanno avuto solo un risultato certo, rallentare il metabolismo e riprende il pesoperso se non di più.

Che cosa è il muscolo?

Il muscolo in fin dei conti è il motore del nostro corpo, ciò che brucia energia e grasso anche mentre dormiamo ed è ciò che andrebbe preservato più di ogni altra cosa in un percorso di perdita di peso (grasso).

Per capire meglio cosa tutto ciò voglia dire potrei fare questo esempio: perdere muscolo con delle “diete miracolose” vuol dire passare da un motore Ferrari ad un motore di una 500.

Questo ha come conseguenza un forte rallentamento metabolico ed una sicura ripresa del grasso perso.

Ma allora quale è la perdita di peso corretta che in sicurezza ci permetterebbe di perdere solo del grasso senza SCIUPARE o DEPERIRE il corpo?

Una perdita di peso equilibrata è dell’ordine di 0,5-1 kg a settimana. Questo è ciò che ormai è stato scientificamente riconosciuto essere la quantità standard anche da varie istituzioni scientifiche a livello mondiale.

Il percorso di perdita di peso non può essere fatto by-passando i normali processi metabolici del corpo di elaborazione del grasso.

Infatti se in genere è possibile perdere 10 kg di peso in 10 giorni, questi non saranno mai 10 kg di GRASSO.

Negli anni mi sono reso conto che ci sono delle fasi emotive che si ripetono che i pazienti vivono affrontando un percorso alimentare.

E ciò che fa la differenza tra chi riesce e chi no è solo come vengono affrontate queste fasi, soprattutto in termini di aspettative.

Cioè alcune persone hanno delle aspettative che non corrispondono con la realtà, ed appena si scontrano con la realtà (che non coincide con le loro aspettative) abbandonano il percorso.

Oggi vorrei discutere con te delle fasi che si presentano costantemente quando si comincia una nuova dieta. E’ utile conoscerle per sapere cosa ci si possa aspettare.

Partiamo dal presupposto che non esiste un percorso completamente lineare, ma essendo un PERCORSO, si dovrebbe essere preparati, prima di arrivare a destinazione ad incontrare, rettilinei, salite, curve, semafori, discese,per poi potersi godere appieno il raggiungimento della propria meta, del proprio traguardo.

Potrei dividere il percorso di perdita di peso in 4 fasifondamentali. Ti posso subito dire che la differenza tra chi riesce e chi no, dipende dalla mentalità nella fase 2.

È importante conoscere queste fasi in quanto sono caratterizzate anche dalla presenza di aspetti psicologici che si ripresentano sulla quasi totalità delle persone che affrontano questo percorso. Questa conoscenza ti sarà molto utile per affrontare gli eventuali ostacoli con serenità che inevitabilmente si incontreranno durante il percorso.

Analizziamo le fasi nel dettaglio.

Nella FASE 1 – LA DISCESA

In questa fase si constata sin dalla prima, seconda settimana una veloce perdita di peso

È caratterizzata da una rapida discesa del peso, dovuta all’eliminazione sia di liquidi che di grasso, in cui si noteranno anche visivamente grandi cambiamenti immediati e tangibili. Psicologicamente parlando ci si sentirà euforici e gasati dai risultati ottenuti, e si proverà una piacevole soddisfazione. Grazie a ciò si spingerà al massimo l’acceleratore sulla precisione e la costanza nel seguire il piano alimentare e tutto ciò fornirà una forte motivazione nel poter andare avanti. Dopo aver eliminato i liquidi in eccesso si incomincerà a perdere solo il grasso e perciò non essendoci anche i liquidi sembrerà un calo di peso minore (ma non di grasso).

Nella FASE 2 – IL RETTILINEO

Dopo questa prima fase iniziale, arriva la seconda fase caratterizzata da una perdita costante del peso ma con una gradualità più bilanciata e naturale.

Questo emotivamente sarà meno appagante rispetto alle prime settimane. Ed è qui che le aspettative del periodo precedente vengono disattese (false aspettative naturalmente), poiché il peso che prima scendeva così velocemente adesso scende un po’ più lentamente.

Pscicologicamente ci si rende conto che in realtà non esistono magie o bacchette magiche ma se si vuole raggiungere il peso bisogna lavorarci con un po’ di costanza e impegno.

Qui cè il bivio tra chi riesce e chi no come ti dicevo all’inizio. Ora la scelta è tra:

  1. Delusione rispetto alle proprie aspettative (false che non corrispondono alla realtà) a causa della quale la motivazione nel portare a termine il percorso diminuirà progressivamente fino all’abbandono definitivo del percorso. Oppure…
  2. Accettazione della realtà metabolizzando l’idea che tutto ciò è parte del percorso ed è una situazione completamente normale in un percorso di perdita di peso. Si dà tempo al tempo ( al proprio metabolismo) e si va avanti fino all’obiettivo.

Chi riesce a superare questo bivio emotivo scegliendo la direzione corretta si ritroverà nella terza fase.

Ti consiglio vivamente di prepararti ad affrontare questo momento con grande serenità sin da subito prima che arrivi perché non è nulla di innaturale, anzi è giusto che avvenga in questa maniera, e saperlo ti aiuterà ad affrontare il percorso senza avere false aspettative che purtroppo esistono solo nella nostra mente e che derivano dall’abitudine di volere tutto e subito senza volerselo guadagnare, come è giusto che sia.

Nella FASE 3 – LE CURVE E LE SALITE  

Sarà la fase in cui, pur non perdendo peso come le prime settimane permarrà in te la fiducia di arrivare al raggiungimento del tuo obiettivo, non ci si perderà d’animo ma anzi si continuerà senza farsi troppi problemi. Una volta raggiunto l’obiettivo accederai progressivamente alla fase successiva quella del mantenimento dei risultati.

NELLA FASE 4 – LA META

Sarà la fase in cui dopo essere partiti e aver attraversato discese, rettilinei, curve e salite, ti godrai con gioia il risultato raggiunto con tanto impegno e motivazione. Avrai acquisito delle nuove abitudini che ti motiveranno e aiuteranno a mantenere il peso raggiunto, ma potendo tornare alla normalità vivendo giorno dopo giorno senza la paura del cibo.

In quanto il percorso di mantenimento ti aiuterà a capire che non esiste cibo al mondo che ti farà ingrassare se mangiato di tanto in tanto ma è solo ciò che facciamo ogni giorno a determinare ciò che noi siamo e saremo in futuro.

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